Tonsillectomia

La tonsillectomia (dal latino tonsillae, “tonsille”, e dal greco antico ἐκτομή, “escissione”) è un intervento chirurgico che prevede l’asportazione completa delle tonsille palatine insieme alla loro capsula. Questo intervento rappresenta una delle più comuni operazioni programmate in otorinolaringoiatria.

Negli ultimi decenni le indicazioni alla tonsillectomia hanno subito importanti cambiamenti. Se in passato l’operazione veniva spesso praticata a scopo preventivo, oggi viene eseguita secondo criteri rigorosi e basati sulle evidenze, quando il trattamento conservativo non è efficace oppure quando l’effetto potenziale dell’intervento supera significativamente i rischi.

Indicazioni all’intervento

Tutte le indicazioni all’asportazione delle tonsille palatine si dividono in assolute, quando l’operazione è obbligatoria, e relative, quando la decisione è individuale.

Indicazioni assolute:

• Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS): l’ipertrofia tonsillare può causare il russamento e gli episodi di arresto respiratorio durante il sonno. È un’indicazione principale per un intervento nei bambini.
• Complicanze della tonsillite cronica: ascesso paratonsillare nell’anamnesi.
• Sospetto di una neoformazione maligna: ingrossamento significativo di una tonsilla, che richiede un esame istologico.
• Sepsi tonsillogena: sviluppo di un’infezione generalizzata dal focolaio nelle tonsille.

Indicazioni relative:

• Tonsillite acuta batterica recidivante (angina): frequenti episodi di angina, documentati, che compromettono in modo significativo la qualità di vita. Sono comunemente accettati i criteri di Paradise: 7 o più episodi nell’ultimo anno; 5 o più episodi all’anno per due anni consecutivi; oppure 3 o più episodi all’anno per tre anni consecutivi.
• Tonsillite cronica (forma decompensata): assenza di risposta alla terapia conservativa, sensazione persistente di disagio alla gola, alitosi e presenza di segni di intossicazione sistemica (subfebbrilità, affaticamento).

Tecnica di esecuzione

La tonsillectomia viene quasi sempre eseguita in anestesia generale (narcosi), con intubazione tracheale. Esistono diverse tecniche chirurgiche per l’asportazione delle tonsille.

Tecniche principali:

• Tonsillectomia extracapsulare classica (detta anche “a freddo”): la tecnica più praticata. La tonsilla viene asportata dal letto con un bisturi, una forbice e una raspa chirurgica. L’emorragia viene arrestata mediante sutura o elettrocoagulazione.
• Elettrocoagulazione: utilizzo di uno strumento elettrochirurgico che permette di tagliare il tessuto e coagulare i vasi contemporaneamente.
• Coblazione (ablazione con plasma freddo): impiego dell’energia a radiofrequenza in soluzione fisiologica per sciogliere il tessuto a basse temperature, riducendo così il danno termico alle strutture circostanti.
• Tecniche a laser e a radioonde.

Il periodo post-operatorio è caratterizzato da un dolore intenso alla gola, che può persistere fino a due settimane. Il rischio principale dell’operazione è l’emorragia post-operatoria, che può essere precoce (nelle prime 24 ore) o ritardata (più spesso tra il 5° e il 10° giorno, in seguito alla separazione delle placche di fibrina).

Rilevanza clinica e trattamenti alternativi

La tonsillectomia è un intervento chirurgico efficace, che consente di risolvere definitivamente le apnee ostruttive del sonno nei bambini e di prevenire le angine recidivanti nei pazienti. Tuttavia, come ogni procedura chirurgica, può comportare dei rischi. Per questo motivo, in alcuni casi, possono essere valutati trattamenti alternativi. In caso di ipertrofia tonsillare senza infiammazione cronica, per eliminare l’ostruzione può essere eseguita la tonsillotomia, ovvero l’asportazione parziale delle tonsille per ridurne le dimensioni. Nei casi di tonsillite cronica non complicata, il trattamento conservativo (pulizia delle lacune, fisioterapia) viene generalmente eseguito come prima linea terapeutica.